Intervista ai RADAR, risponde Andrea Butkovic

Ciao Andrea, è piuttosto rischioso far recensire e farsi intervistare da gente con cui si è suonato in passato. Come mio solito, però, cercherò di essere il più obiettivo possibile.

Raccontati, fai a sapere a chi ci legge il tuo curriculum musicale

Chi sono i Radar?

Raccontaci la storia del gruppo

Ciao Andrea! I Radar sono un gruppo space-rock che proviene dal confine tra Italia e Slovenia. Sono composti da Patrick Quaggiato alla batteria, Alex Komic alle tastiere, Franko Reja alla chitarra, Andrea Iussa al basso e Andrea Butkovic alla voce.
Possono essere considerati come un gruppo space-rock per le sonorità elettroniche con influenze anni ’80 e per le atmosfere spaziali che avvolgono una struttura tipicamente rock.
Il nome Radar evoca la ricerca, la localizzazione, questione molto cara per una band di confine. I temi trattati nei testi sono quelli dei problemi ambientali, sociali, psicologici e politici dei tempi attuali, sia locali che internazionali, sempre proposti in chiave metaforica o con diverse possibilità di lettura.
Nel 2022 abbiamo esordito al 41° Festival Melodije morja in sonca di Portorož e abbiamo poi pubblicato il nostro primo album The Collapse of Nonsense, disponibile su Soundcloud e presto su tutte le piattaforme online.
Abbiamo anche partecipato al Festival Če povem 2022 a Čepovan come band di punta del secondo giorno, e abbiamo suonato a vari concerti presso bar e circoli della zona.

Entriamo nel vivo del CD uscito nel 2022 (ti ringrazio per avermelo donato). Con Galaxy Police si intuisce subito di che pasta siete fatti. Inquadrare il genere non è sempre facile ma paradossalmente è la cosa che più apprezzo in una band.

Ecco la tracklist di "the collapse of nonsense":
1 Galaxy Police
2 AK-47
3 I will never let you go
4 System sister
5 Triad
6 Sleep
7 Zyklon ?
8 Handicapped banana
9 Suck my candy cane
10 The end
11 Moje Meje (bonus track)
12 Holy Wood (bonus track)

Su cosa di basa il concept album?

THE COLLAPSE OF NONSENSE – il collasso dell’assurdo, è un concept album che traccia un percorso personale e sociale interpretabile a più livelli: da una parte è un percorso dell’ansia, l’angoscia che ognuno di noi prova in modo diverso e che ci attanaglia in maniera sempre più stretta quanto più cerchiamo di liberarci dalla sua morsa. E dall’altra parte è un percorso sociale, di ansia sociale in un mondo attuale che in diversi ambiti sta raggiungendo dei punti estremi: così citiamo questioni come il controllo sociale, il complottismo, la libertà personale, i problemi ambientali, le questioni religiose e l’uguaglianza di genere. Alle volte, in alcune canzoni, il tono è sarcastico e molto provocatorio, sia a livello di testo che dal punto di vista musicale. Altre invece l’atmosfera è più classica. E questa scelta riflette appunto il momento particolare del percorso che una persona e la società possono fare per essere coscienti delle proprie paure e dell’ansia e liberarsene.

Ascoltando il disco in un veloce track by track.
"Galaxy Police" è una bella opener diretta e molto rock!
La successiva "AK-47 incalza con una bella trama di basso.
La terza "I will never let you go" è carina ma un filino "inferiore" alle prime due.
"System sister" ricorda come stile Marilyn Manson.
La quinta traccia è "Triad", si svolge bene in tutti i suoi minuti.
"Sleep" inizia addormentata appunto in un atmosfera, sfociando poi nel vostro personale stile rock.
La successiva "Zyklon ?" ci porta, verso metà canzone, ad un parlato tedesco.
Ottava Song: "Handicapped banana" ci trasporta un po' nei lidi dei Rammstein, ma in modo sempre originale.
"Suck my candy cane" spiazza ancora  con una tastiera che ricorda la dance ma poi cambia ancora in un bel rock ritmato.
In "The end" ci sono dei lavori egregi della tastiera e assoli di chitarra davvero pregevoli!
La prima bonus track e undicesima canzone del CD è "Moje Meje" che è cantata in italiano, un condensato di rock incazzoso stile primi Litfiba.
Ultima traccia bonus track: "Holy Wood", una buona song nel complesso.

Ti prego di farmi un track by track del concept dal punto di vista dei testi

GALAXY POLICE
È la nostra prima canzone, nata pensando al controllo sociale al quale ci prestiamo e che è sempre più stringente. Controllo delle nostre informazioni, abitudini, consumi, pensieri. Lo facciamo volontariamente, siamo spinti e invitati a farlo con i social media soprattutto in maniera eclatante. D’altra parte arriva per molte persone il punto in cui si diventa consapevoli dei pericoli di questo controllo, e questo è il punto di partenza dell’ansia.

AK 47
Una canzone che sembra parlare solo del Kalashnikov, ma che in realtà serve come pretesto per creare una metafora della guerra che ognuno combatte contro l'ansia. L'angoscia ci mette di fronte alla verità, e per questo citiamo una parte di una poesia di Charles Manson: "A Poem About An Old Prison Man". Un pazzo in prigione ci chiede: "ti piace davvero la tua vita?".

I WILL NEVER LET YOU GO
Più avanti nel percorso dell’ansia, arriva la consapevolezza di non voler perdere la verità della propria esistenza. Questa è anche una canzone d’amore, per sé e per una seconda persona, ma anche un momento della società – per il quale credo i tempi non siano ancora maturi – in cui la consapevolezza prevale sull’abitudine e sull’automatismo cieco.

SYSTEM SISTER
Un inno al femminismo come movimento di lotta sociale ed emancipazione, un risveglio della nostra società che ben rappresenta la necessità di combattere le proprie paure una volta diventati consapevoli di esse.

TRIAD
La triade POESIA, CONDIVISIONE e CONSAPEVOLEZZA sono a mio avviso la soluzione dell'ansia - e non solo; è un discorso filosofico un po' complesso e lungo da affrontare in questo spazio, ma che ho inserito in un libro che ho pubblicato nel 2016.

SLEEP
Qui si parla di dolore. Dolore perché c’è una persona che soffre per la lontananza della persona amata. Che si tratti di noi stessi, o di qualcun altro, è una fase della consapevolezza e dell’ansia. È il momento in cui si vive il dolore puro. L’ansia, dopo un primo momento iniziale in cui crediamo di averla sconfitta, torna più forte di prima. E torna proprio perché siamo convinti di averla sconfitta. E tiriamo i remi in barca. L’umanità è forse ferma a questo stadio: siamo convinti di essere superiori, di meritarci questo mondo e che sia a nostra disposizione. Ci accorgeremo troppo tardi che le cose non stanno così. E soffriremo.

ZYKLON-P
Il Zyklon B era il veleno col quale i nazisti uccidevano gli ebrei nelle camere a gas. Nel processo dell'ansia, quando cominciamo davvero a combatterla, questa stessa comincia a soffrire di panico, lanciando lacrimogeni dentro di noi per la disperazione. L'ansia può soffrire di panico - la P in fondo a Zyklon - se la mettiamo alle strette.

HANDICAPPED BANANA
La banana è il fallo, il pene come simbolo filosofico dell'abuso di potere degli uomini nel patriarcato. Ma in realtà è un frutto "handicappato", che ci sta portando verso l'autodistruzione attraverso fenomeni patetici, come la presenza esclusivamente maschile nelle maggiori religioni. La banana è il simbolo di una disparità della quale bisogna rendersi conto per poter sconfiggere l'ansia - che riguarda le donne nel 70% dei casi.

SUCK MY CANDY CANE
"Succhiami il calzino" - di Bart Simpson diventa "Succhiami il lecca lecca". Prosegue la metafora sessuale per analizzare freudianamente l'omosessualità repressa nei rapporti di potere del maschilismo. Nel processo dell'ansia è importante affrontare i motivi profondi delle proprie paure. Riducendo in una frase decenni di teorizzazioni: la paura della morte - universale - porta gli uomini, incapaci di dar vita a differenza delle donne, a imporre la propria forza fisica entropica ed autodistruttiva. Scoprire il "Thanatos" o la pulsione di morte che ci spinge inconsciamente ad involvere è fondamentale per tenere in scacco l'ansia.

THE END
La fine della guerra contro l'ansia è un momento di estrema consapevolezza. E ciò di cui dobbiamo essere consapevoli è che bisogna continuare a combattere sempre.

MOJE MEJE
La canzone che abbiamo presentato al festival parla di confini. Limiti artificiosamente autoimposti che rischiano di arginare la nostra identità.

HOLY WOOD
Un inno alla natura e soprattutto agli alberi, indispensabili per la nostra sopravvivenza ma allo stesso tempo sempre più esclusi. Nelle nostre zone assistiamo infatti ad amministrazioni criminali che decimano gli alberi presenti sul carso, lungo gli argini dei fiumi, in città, nelle piazze e ovunque possano essere tagliati con la scusa della malattia, della prevenzione agli incendi, stimolati da ideologie architettoniche malate e dall'avidità della cementificazione. Gli incendi del 2022 sono stati un monito che finora in pochi hanno colto.

Come nasce solitamente un brano dei Radar?

Solitamente partiamo da un'idea musicale, alla quale aggiungiamo uno spunto vocale. Dopo di che la canzone cresce in un unicum di testo, voce e musica. Discutiamo sempre sul tema della canzone, sull'atmosfera che ci evoca e sul messaggio che vogliamo trasmettere.

Passiamo all'artwork, chi l'ha fatto, come e cosa rappresenta?

La copertina è un progetto di Anton Spazzapan, artista, illustratore, scenografo e scrittore goriziano e prima di tutto amico. Nasce come interpretazione dei temi trattati nell'album, e rispecchia il percorso di demolizione del non-senso che è necessario per affrontare l'ansia.

Dove e come è stato registrato il CD?

Abbiamo registrato tutto presso lo studio Lintver di Andrea Iussa, e ci siamo autoprodotti.

Dove possiamo sentirvi dal vivo prossimamente?

Abbiamo alcune date da definire in agosto e settembre, seguite la nostra pagina per aggiornamenti!

Mettici un link di un vostro sito o pagina

https://www.facebook.com/radarspacerock/

Radar

Considerazioni finali. Il CD non è sicuramente adatto a tutte le orecchie, mi reputo fortunato, in quanto ho visioni sonore piuttosto ampie. Il CD fisico si fa già apprezzare dalla copertina, la scritta radar si fa leggere uguale sia da destra che da sinistra, in mezzo il cervello di un soggetto distaccato dal cranio e con gli occhi che guardano giù (inconscio?). La qualità del suono è davvero straordinaria ed azzeccata per il genere proposto dai Radar. Un CD che va riascoltato sicuramente più volte per assorbirlo nella sua interezza, cogliendo magari ulteriori particolari interessanti sfuggiti precedentemente. Notevolissima è la professionalità di ogni singolo componente del gruppo, si sente davvero la tecnica e l'anima messa dentro con maestria ed originalità. Splendida la voce che potrebbe ricordare i Muse. Concludo questa intervista/recensione decretando il CD fantastico, da 9 e mezzo, non esagero. Si sfiora il capolavoro messo in un CD, e vorrei togliere il termine "sfiora". Sono anni che non sentivo un disco di tale figata ed originalità compositiva, sicuramente scavalca musicalmente artisti più famosi e blasonati, a mio modo di vedere. Posso paragonare i Radar al rock come gli Haken al prog metal. Grandi! Grazie ad Andrea per la pazienza di rispondere. A presto dal vivo...........

Grazie per lo spazio che ci concedi e per le tue bellissime parole!

andrea nicola oltrecoscienza