Non fuggire, cambia il modo di pensare

Ringrazio ancora un volta l’amico Roberto Duria Freeanimals che ha fatto un post da un mio commento sul suo seguitissimo blog.

FONTE:

http://freeanimals-freeanimals.blogspot.com/2020/06/non-fuggire-cambia-il-modo-di-pensare.html

Testo di Andrea Nicola

Lo “scappare” significa scappare da se stessi. Quante volte ci abbiamo pensato, o magari ce ne siamo andati lontano per un periodo di tempo? Alcuni l’hanno fatto permanentemente e sono felici (onore a voi). Altri dopo anni di andata/ritorno 6 mesi l’anno in paesi orientali si fa questa domanda: “cosa ho capito adesso?”. Ma l’effetto positivo o negativo del proprio stato d’animo è il ritorno a “casa”… ma con un’altra consapevolezza, non siamo più come siamo andati via! Se invece un viaggio, una esperienza lontano da casa, ecc… non provoca in noi qualche cambiamento vuol dire che non abbiamo capito una mazza.

Come disse qualcuno è doveroso “restare in trincea”, ma quale trincea? La trincea che ci siam creati noi stessi nella nostra testa, un nemico fortissimo da cui ci si deve difendere per non morire. La conoscenza e la consapevolezza è che ognuno è artefice del proprio cammino in questo mondo, bello o brutto, non sta a me giudicare poiché ognuno ha la sua rispettabile idea. Ogni sera prima di andare a dormire bisognerebbe chiedersi: cosa ho fatto oggi per me, per cambiare in meglio la mia vita? Le rivoluzioni (non violente per quanto mi riguarda) si dimostrano con le azioni, con l’esempio, ecc… e non necessariamente queste “azioni” si devono gridare in pubblico, altrimenti si chiama ego, e con l’ego non si va tanto lontano.

Diamo sempre colpe all’esterno, al NWO, ai massoni, ai politici, a Conte, a Satana, ecc… lo abbiamo voluto noi! Se ci identifichiamo dando la responsabilità al politico, si dà energia a chi si sta tentando di combattere. Quando smetteremo di sprecare questa energia (anche il tempo è energia) per queste cose, allora tale energia la useremo per crearci un mondo diverso, possibilmente migliore, etico, sostenibile, ecc… Non quello che vuole il NWO, la new age e altre sette strane, ma quello che vuoi TE, cazzo! Non si possono assolutamente cambiare le cose se non cambiamo noi dentro, e soprattutto non si cambiano le cose facendo sempre le stesse cose! Porto da anni il messaggio che ognuno dovrebbe essere sovrano e cosciente di se stesso…ma qui si entra in altri argomenti che ho descritto altrove.

Concludendo, lo scappare è una parola obsoleta, non sarebbe meglio dire “spostarsi”? Ricordiamoci soltanto una cosa, e la dico anche a me stesso: ovunque andiamo restiamo noi stessi.

Controllo Cosciente (OltreCoscienza andrea nicola)

Controllo Cosciente

Questo articolo, e soprattutto quello indicato nel link alla fine, è dedicato a TY

Augurandomi che il lettore abbia compreso il mio testo OltreCoscienzahttps://drive.google.com/file/d/1iFmHtBLapoFU3zxJj-4Kk3y2nFQeo1p-/view – nella sua integrità, dove per integrità intendo averlo compreso fino all’ultima pagina, e non in singoli argomenti/capitoli. Tutto questo perché il presente scritto risulterà più facile da capire, dovrebbero comunque essere sufficienti conoscenze di: Coscienza, Anima, Corpo, Spirito, Fisica Quantistica, Filosofia, Energia, Antroposofia, Scienze, Ricerche di frontiera, Esoterismo, Religioni, PNL, Metamedicina, Amore Incondizionato, Emozioni, Sentimenti, mondo onirico, benessere, studi di Corrado Malanga (TCTDF – Triade Color Test Dinamico Flash), Fabio Marchesi con la sua “Entusiasmologia”, Silvano Agosti e la sua “Kirghisia”, Nisargadatta, il pensiero orientale in generale, Alchimia, Storia dell’uomo (non quella ufficiale), discipline ed argomenti paralleli.

L’idea di questo articolo mi è venuta (non per caso) mentre ero vicino ad un supermercato pensando in generale, e, più specificatamente, alle cose che avevo in tasca. Che diamine c’entra? E allora mi è venuto in mente il titolo di questo scritto, “Controllo Cosciente” appunto.

Per “controllo” intendo l’aver in mano la propria Vita, mettendo in pratica il cosiddetto “libero arbitrio”. Per “cosciente” intendo il sapere quello che si fa nel “qui ed ora”. Quindi, unendo olisticamente i due termini: Controllo Cosciente”.

In questa sorta di stato della Coscienza, nulla accade se non quello che ti crei. Posso definirlo tranquillamente “il realizzare i propri sogni più profondi”.

Se qualcosa ci accade inaspettatamente significa che non siamo del tutto consapevoli della nostra esistenza, ma è altrettanto importante che queste cose “inaspettate” siano comprese, non per come sono, ma per come siamo! Ricordo che il mondo, l’universo e il tutto siamo noi, e noi siamo a gestirlo se sappiamo sopportare e supportare questo stato coscienziale.

E’ come aver il pieno e totale controllo di una gigantesca astronave tecnologica mentre altri hanno il controllo di una bicicletta, altri di uno scooter, altri di tutti questi ed altri “mezzi” assieme. Questa metafora non è un giudizio, ma vuol dire semplicemente che chiunque è qui per fare la sua esperienza, che è del tutto personale.

A questo punto ribadisco il concetto che l’altro siamo sempre noi, e quindi il “giudicare” qualcuno è da ritenersi immaturo se non controproducente. Ovviamente il discorso vale per tutte le cose, ma di questo ne ho già parlato ampiamente su OltreCoscienza.

Questo articolo lo avevo lasciato in parcheggio da qualche mese per dedicarmi al periodo di grande cambiamento ed esperimento sociale di questo 2020, che posso definire tranquillamente come il “mondo museruolato”, una intera umanità azzittita dai poteri forti in nome di una falsa pandemia. Anche di questo ne ho parlato in alcuni articoli pubblicati nel mio sito da febbraio/marzo.

La Vita non è tanto quello che vediamo all’esterno, ma come reagiAmo agli eventi stessi che accadono. In questo concetto sono racchiuse le chiavi per la comprensione stessa della Vita, da mistero a Verità rivelata. Quindi posso dire con chiarezza, ancora una volta, che non esiste alcun nemico esterno da combattere se non la nostra ignoranza, ignoranza spirituale soprattutto.

Segnalo il mio ultimissimo articoletto concludente di un’altra “tappa” fondamentale:

Nulla Succede Per Caso, Tutto a Tuo Tempo

Con Amore, Andrea Nicola OltreCoscienza

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Mascherine – di Maurizio Fani

FONTE:https://www.facebook.com/Dreamempower/posts/1331309597054428

LA LEGGE DEL “COPIA&INCOLLA”

1. L’ORIGINE DELLA MASCHERA

2. ANNULLAMENTO DELLA PERSONALITÀ

3. LA FUNZIONE “COPIA&INCOLLA”

4. LA PSICOMAGIA DI JODOROWSKY

5. IL SIMBOLISMO ONIRICO DELLA MASCHERA

6. CONCLUSIONE

Mi occuperò di mascherine. Lo farò partendo dal mio punto di vista che è quello simbolico. Purtroppo dovrò essere telegrafico altrimenti dovrei scriverci un libro e chiedo venia in anticipo per l’immancabile incompletezza di questo scritto.

A me interessa offrire solamente elementi di riflessione socratica, non certamente pretendere di avere ragione o di possedere la verità.

Questo non è un atto di accusa contro nessuno ma solo un invito al pensiero critico autonomo e a considerare alcune sfumature che certamente non sono alla portata di chiunque.

Voglio indagare insieme con te quali forze ed energie quel piccolo oggetto può innescare o addirittura favorire e mantenere indelebili nell’inconscio.

Non voglio spendere molte parole sull’assurdità di tutta questa vicenda perché ormai chiunque sia in grado di detenere un minimo di pensiero autonomo si sarà reso conto delle macroscopiche contraddizioni e della colpevole falsità dell’informazione da parte del mainstream.

A prescindere da ogni opinione mi concentrerò sull’uso di queste benedette mascherine. Sul loro utilizzo è stato scritto di tutto. Per dispiegare il simbolo ho bisogno di partire dall’oggetto indagato. La mascherina oramai è un simbolo a tutti gli effetti.

Circa la loro reale utilità non c’è un’unica e assoluta risposta.L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il ministero della Salute italiano dicono che le persone sane devono usare le mascherine solo se stanno fornendo assistenza a persone certamente malate di COVID-19, o con sintomi che facciano sospettare la malattia. Viene inoltre consigliato di indossare una mascherina nel caso in cui si abbiano tosse e altri problemi alle vie aeree.

Fino a qui un qualche senso logico esiste.

Sono nate come “presidi medici chirurgici” per affrontare certe specifiche situazioni, contingentate nel tempo, per poi essere gettate poiché non più idonee.

Molti virologi e “veri”esperti si sono pronunciati in merito. Il Prof. Tarro ha risposto così: «La mascherina andrebbe usata solo quando, nella fase in cui ci troviamo, non c’è la possibilità di osservare la distanza minima di un metro e se ci si trova con persone non conosciute. Altrimenti non va usata, specialmente in luoghi all’aperto. Le mascherine non sono il massimo dell’igiene. Io starei attento nel loro uso, nel loro riuso e nel loro abuso. Quando arriverà il caldo, sarà bene gettarle via».

L’Ordine dei Medici Sportivi di Cagliari ha sollevato un problema per chi pratica attività sportiva. Chi si sottopone a sforzo, con la mascherina che copre naso e bocca, respira una quantità maggiore di anidride carbonica, rischiando di andare in alcalosi e quindi rischiando lo svenimento. Perché, in questo modo, si respira una miscela di CO2 superiore a quella presente nell’aria.

Il Dott. Montanari ha affermato: «Usare la mascherina e pensare che protegga dal virus è come credere di impedire l’entrata in stanza delle zanzare mettendo un’inferriata alla finestra». L’efficacia temporale della mascherina è stata riconosciuta per alcuni di pochi minuti, per altri di qualche ora ma sempre limitata nel tempo a causa dell’inevitabile concentrazione sul tessuto di germi patogeni come batteri, virus e muffe. Inoltre occorre essere ben accorti nel suo uso. Cioè non toccarla con le mani (sempre minuziosamente lavate), indossarla correttamente che copra sia naso che bocca, e soprattutto tenerla il meno possibile, non riutilizzarla mai, e poi gettarla.

Invece vediamo persone che la indossano in situazioni a dir poco imbarazzanti come:

– in auto con i finestrini chiusi da soli;

– mentre si passeggia da soli distanti da altri;

– andando in bicicletta o in motorino;

– facendo jogging;

– lavorando in giardino di proprietà sempre da soli o con familiari.

Probabilmente alcuni la indosseranno anche in casa.

Ciò che mi ha colpito è stato l’enorme numero di adolescenti che rincorrendosi in bicicletta la indossavano!

Altro fattore interessante è la frustrazione e la rabbia che una simile precauzione causa nei soggetti.Si sono verificati molti casi di aggressione, verbale e fisica, nei confronti di chi non la indossava. Delazioni e segnalazioni sono all’ordine del giorno.

Assistiamo a un “incattivimento” delle persone che inevitabilmente si scarica sul presunto colpevole, odierno untore, causa di tutti i mali, percepito addirittura come soggetto che, mette in pericolo la vita degli altri.

Una volta esisteva L’Uomo mascherato (in inglese “The Phantom”, ossia “il fantasma”), conosciuto anche come “l’Ombra che cammina”, è un personaggio dei fumetti d’avventura statunitensi creato nel 1936 dallo sceneggiatore Lee Falk e disegnato da Ray Moore; è uno dei più famosi personaggi del fumetto mondiale. Capostipite degli eroi mascherati in calzamaglia e senza superpoteri, e senza condurre una doppia vita, raggiunge fin dall’inizio un vasto successo grazie al fascino del personaggio e alla ricchezza della trama avventurosa sostenuta da un vasto immaginario fantastico con aspetti mitologici, risvolti psicologici, tematiche noir, modernismo ed ecologia.

Molti Supereroi hanno la maschera. Per citarne alcuni partiamo da “Devil” per giungere al più noto “Spyder Man”, da Kriminal a Satanik per giungere a Diabolik.Tutti soggetti “unici” CHE ATTRAVERSO LA MASCHERA MANIFESTAVANO LA LORO ORIGINALITÀ.

Invece l’attuale mascherina serve a uno scopo molto diverso.

Procediamo per ordine.

1) L’ORIGINE DELLA MASCHERA

L’uso della maschera nasconde un atavico e complesso significato che attraversa ogni comportamento dell’uomo: dalla guerra alla morte, dalla festa alle espressioni artistiche, fino a giungere ai rituali religiosi, magici ed esoterici. La maschera per sua natura occulta, cancella ogni emozione, nasconde, impedisce alla realtà che la indossa di essere se stesso e lo trasforma in altro da sé.

Nel film “Eyes wide shut” con Tom Cruise, nella scena dell’orgia, tutti facevano ricorso alla maschera per comportarsi più liberamente in maniera meccanica e animalesca. Il Carnevale di Venezia o altri eventi simili, erano situazioni in cui era lecito dare libero sfogo all’erotismo. La parola stessa, secondo una delle etimologie più diffuse, deriva dal latino carnis laxatio, evolutosi nell’italiano antico “Carnasciale”, con il significato di “abbandono della carne”. Una volta era definito carnevale solo il martedì grasso, e il termine “abbandonare la carne” possiede anche un’altra logica, considerando che il giorno dopo era il mercoledì delle “ceneri” quindi si entrava nella Quaresima e nell’astinenza dalla carne, per questo il martedì grasso era detto il carnevale, il giorno dopo il quale cominciava la penitenza, il digiuno.Prima si pecca e poi ci si pente. Colpevoli ma felici.

Il breve periodo del Carnevale portava con sé il tema del “rovesciamento” dei rapporti tra le persone. Tutto era lecito, ci si poteva abbandonare agli eccessi, i padroni servivano i servi (come nei Saturnali della Roma antica). In questo modo si concedeva al popolo ignorante l’illusione di essere simili a chi comandava.Una manipolazione per detenere il consenso. Simile ai giochi circensi del Colosseo.

Il fatto è che non è solo l’identità personale che è celata agli altri, ma soprattutto diventiamo sconosciuti a noi stessi. Qualsiasi azione viene “deresponsabilizzata” nell’inconscio dell’individuo perché lui stesso si cala psichicamente nel personaggio.Avviene una trasformazione profonda al suo interno.

Anche gli sciamani e i sacerdoti, calandosi nel mascheramento si spersonalizzano e DIVENTANO CIÒ CHE LA MASCHERA VUOLE SIGNIFICARE.

Chi presiede un rito e impersona un demone o un’entità, attraverso la maschera, ASSUME UNA NUOVA IDENTITÀ, trasformandosi in ciò che ha evocato.

Quest’aspetto è confermato dalle maschere del teatro classico, cui in passato era stato erroneamente attribuito il potere di amplificare la voce, servivano per identificare il personaggio di là dall’interprete che così rinunciava alla sua personalità nel nome più alto dell’“arte”: d’altra parte in latino “maschera” significa “persona” ed Eraclito diceva che “il destino dell’uomo è di essere la maschera di un dio”.

La percezione di se stessi cambia, muta.

Se ti metti una qualsiasi maschera non sei più tu, ma altro da te, e i tuoi comportamenti non saranno più gli stessi.

LA MASCHERA NON FUNZIONA SOLO PER L’ESTERNO MA SOPRATTUTTO PER L’INTERNO.

Un discorso a parte va fatto per le “maschere funerarie”. La prima che è stata ritrovata è datata 32.000 anni fa, di selce, appartenuta a un probabile neandertaliano. Il perché delle maschere funerarie è da ricercarsi nella “rigenerazione” del defunto dopo la morte. Anche qui la maschera denota un cambiamento di personalità.

2) ANNULLAMENTO DELLA PERSONALITÀ

Le persone s’identificano solitamente dai lineamenti del viso. La maschera impedisce questo riconoscimento ANNULLANDO LA PERSONALITA’ DEL SOGGETTO.

La maschera fornisce un volto nuovo a quel corpo.

Struttura anche un pensiero diverso in chi la indossa e fa in modo che questo nuovo elemento che si è aggiunto interagisca e dialoghi con altri simili nelle stesse condizioni. Il nuovo pensiero s’impone sia all’interno, nel soggetto, che all’esterno, nel rapporto con gli altri. Si sviluppa così un effetto rete responsabile della nascita di una credenza positiva in quel gesto.

Più precisamente si assiste a una de-individualizzazione con successiva ricostituzione di una nuova psichicità, capace di difendere la nuova posizione oltre ogni riflessione e dubbio.

Si acquisiscono certezze non opinioni. Gli individui diventano i primi difensori e i primi accusatori di chi mostra un pensiero minimamente contrario al loro.

Sostanzialmente stanno semplicemente obbedendo a un ordine psichico, invisibile ma non meno concreto.

Ho svolto una mia personale indagine, su un campione di cento persone comuni, artigiani, commercianti, impiegati, svoltasi nell’arco di una settimana. Il protocollo era il seguente: 1) Entravo in confidenza con il soggetto, munito io stesso di mascherina. 2) A un certo punto me la toglievo, rispettando sempre la distanza naturalmente. Questo creava un certo imbarazzo nel soggetto .3) A quel punto, sorridendo, pronunciavo la fatidica parolina: «Scusi ma lei ci crede davvero?» 4) Il 94% per cento degli intervistati ha replicato sostanzialmente tre risposte. a) Mi adeguo. b) Non ci voglio pensarci, mi fa fatica pensare. c) Ho paura delle multe

Qualcuno ha invece detto che aveva paura di ammalarsi.

Solo 6 persone su 100 hanno affermato in tono liberatorio: «Guardi non mi faccia parlare per favore…». Gli unici con un bagliore nello sguardo.

Appare evidente che questo tipo di atteggiamento richiama la manipolazione del dominio per il mantenimento del consenso.

3) LA FUNZIONE “COPIA&INCOLLA”

Come si ottiene questo tipo di manipolazione?

Attraverso tre passaggi: a) IL CONSUMISMO b) IL CONFORMISMO c) IL GROUPTHINKING

Tutti e tre hanno come comune denominatore la funzione “copia&incolla”.

Che cosa è questa funzione? Essa comporta che gli individui replichino qualunque tipo di pensiero e azione senza verificare la fonte, ma prendendo per buono quello che dice la TV, la stampa, i media in genere, i personaggi del mainstream, il potere e il dominio.

Il consumismo alla fine si riduce a un consumo forzato e a una disumanizzazione della vita. Tutto si butta perché è tecnologicamente vecchio oppure passato di moda. L’attività dell’uomo che usa quel tale oggetto perde di significato con la morte dell’oggetto stesso, avviene una spersonalizzazione della vita nel quotidiano. Tutto si riduce a nulla.

Il conformismo invece livella a un piano medio-basso ogni desiderio e aspettativa che devono essere conformi a quello che stabiliscono la comunicazione dei media e quella pubblicitaria. Queste due macrostrutture servono per creare desideri e bisogni, per poi offrire le soluzioni.Essere conformi vuol dire essere accettati e riconosciuti, altrimenti la minaccia della solitudine e dell’abbandono sarà sempre presente. “Non sei uguale agli altri” quindi sei diverso e inadeguato.Tutta la psicologia cognitivista e comportamentista adegua l’essere umano al sistema, non considerando l’unicità esistenziale, un punto irrinunciabile.«Se ti affili, vedrai che sarà un’altra cosa…» dicono ma poi non è vero sarai solo sotto ricatto per sempre e avrai perso per sempre te stesso.

Il groupthinking è un condizionamento. Groupthink, o pensiero di gruppo, è il termine con cui, nella letteratura scientifica, s’indica una patologia del sistema di pensiero esibito dai membri di un gruppo sociale quando questi cercano di minimizzare i conflitti e raggiungere il consenso senza un adeguato ricorso alla messa a punto, analisi e valutazione critica delle idee. Creatività individuale, originalità, autonomia di pensiero, sono tutti sacrificati in cambio al perseguimento dei valori di coesione del gruppo; allo stesso modo, sono smarriti quei vantaggi derivanti da un ragionevole bilanciamento di scelte e opinioni diverse o contrapposte, vantaggi che possono di norma essere ottenuti agendo come gruppo nel prendere decisioni. Il fenomeno del groupthinking attecchisce in quei contesti sociali in cui i membri di un determinato gruppo evitano di promuovere punti di vista che vadano al di fuori di quella zona confortevole delimitata dal pensiero consensuale. Si deve creare un pensiero comune che permetta al dominio di imporre scelte e decisioni che altrimenti non avrebbe potuto instaurare.

Esiste sempre “L’ASSENZA DI SÉ” in tutti questi fenomeni.Le persone devono restare inevolute, non devono assolutamente mai provare il piacere di pensare con la propria testa.

Per raggiungere questo s’instaura un clima di terrore, fatto di paure, di posti di blocco, lampeggianti, divise, armi e talvolta tanta arroganza.

4) LA PSICOMAGIA DI JODOROWSKYI RITUALI NON SONO FATTI A CASO.

In qualunque operazione magica il rispetto del preciso rituale, sui gesti, le parole, i vestiti, le maschere, l’intonazione della voce, il modo di camminare, è garanzia di successo.

Il rituale non solo ti mette in rapporto con altri possibili mondi ma parla all’inconscio di chi ascolta e di chi compie il rito.

Un esempio di questa tecnica lo offre Jodorowsky, esperto esoterista, molto intelligente, specializzato nel guarire le persone da se stesse. Studioso di rituali magici, attraverso il linguaggio dei simboli, parla direttamente all’inconscio delle persone, bypassando la razionalità della mente, per favorire/condizionare il cambiamento desiderato.

La sua Psicomagia: consiste nel proporre al soggetto che desidera mutare in meglio la sua situazione, di compiere un gesto simbolico, apparentemente illogico ma fortemente emotivo, tale da permettergli di cambiare punto di vista, attivando così la guarigione.

Ti faccio un esempio. Una volta avevo un cliente che era vittima del fratello. Gli avevano inculcato in famiglia che il fratello era superiore a tutto e a tutti e che lui gli doveva obbedienza assoluta.Io gli ho fatto prendere una fotografia del fratello e gli ho detto che avrebbe dovuto metterla sotto i piedi 5 volte al giorno per una settimana, pensando intensamente che STAVA CAMMINANDO SOPRA DI LUI E CHE PERCEPIVA IL FRATELLO SOTTO I SUOI PIEDI.

Questo ha risolto il problema interiore della persona.

Sono atti poetici, teatrali, ricchi di emozione e di simbologie che smuovono forze sopite e spesso inconsce che la persona non credeva di avere.

Compiere dei rituali incide profondamente sia sulla psiche sia sulla realtà.

5) IL SIMBOLISMO ONIRICO DELLA MASCHERA

La maschera è sempre negativa. Copre una falsità, un inganno, una finzione.

In particolare questa mascherina inibisce la parte inferiore del volto, cioè la respirazione, la nutrizione e il linguaggio. Quando s’indossa, non possiamo respirare agevolmente (-15% di ossigeno) e la concentrazione di anidride carbonica raddoppia (alcalosi), non possiamo mangiare, bere, gustare e non riusciamo a parlare bene inibisce lo scambio verbale.

Inoltre la mascherina a tutti impone un’omologazione visiva non indifferente.

Qualcuno la chiama “museruola” come quella messa ai cani di taglia grossa. Ed è vero.

È un tentativo per addomesticare quei pochi neuroni che ancora la massa possiede per realizzare dei neuro schiavi a tutti gli effetti.

6) CONCLUSIONE

Abbiamo visto quanto la maschera sia un oggetto che produce cambiamenti esterni, ma soprattutto interni.

Si tratta di uno strumento magico per eccellenza.Il Dominio fa credere alla massa che la magia sia il Mago Otelma, Silvan, Vanna Marchi. Tutti fenomeni di costume.In realtà chi tira le fila sa benissimo che cosa è la magia e come si opera.

L’operazione in atto è una “OPERAZIONE MAGICA” su tutti i fronti, tesa a smuovere forze imponenti e a minimizzare ogni tipo di reazione, incanalandola in percorsi mentali di totale accettazione senza alcuna possibilità di porsi delle domande sull’effettiva validità di tutte le misure poste in atto.

Infondere paura, terrore, per condizionare la risposta attesa.

Impedire ogni possibile reazione che distolga la mandria (poco) umana dal correre ciecamente verso il precipizio, per immolarsi a un bieco desiderio di potere egemone e totalitario. Per fortuna nessuno mai nella storia del mondo è riuscito a prendere completamente il potere.Anche questa volta sarà così. Passeranno diversi anni nei quali tutti noi avremo la grande opportunità di crescere superando difficoltà inaudite.

L’importante è iniziare a mettere in gioco strumenti nuovi, più adatti a fronteggiare questa emergenza. Sicuramente andare via dalle città e vivere in piccoli paesi dove un minimo di sostentamento naturale è molto più accessibile. Iniziare a sfoltire amicizie, conoscenze e parentele varie, appartenenti alla vecchia specie. I condizionamenti sono ormai troppo elevati, non è più possibile alcun dialogo. Si rischia solo di essere aggrediti ed eliminati.

Siamo di fronte a una “speciazione” cioè la nascita di una nuova specie che si distaccherà da quella precedente in malo modo fino a configgere apertamente. La specie umana si sta assottigliando quantitativamente ma incrementa nelle qualità umane di un nuovo rinascimento, abbandonando definitivamente quel consenso robotico, inumano, alieno, mostruoso che contraddistingue la maggioranza.

Corrado Malanga, noto e affermato ricercatore, attraverso il suo lavoro trentennale di ricerca, sostiene che oltre l’80% dell’umanità è costituito da persone senza anima. Questi una volta morti si dissolveranno. Sono persone attente solo al potere, materiali e incapaci di considerare l’Essere.

Non sono in grado di affermare che sia proprio così, ma gli effetti che vedo intorno a me e la mia trenta cinquennale esperienza, gli danno pienamente ragione.

È necessario ora più che mai fortificare la propria anima, lottare per soddisfare il nostro Punto Zero e cercare di stringersi intorno a persone che dimostrino il coraggio di esistere e che siano indifferenti alle lusinghe del potere e del dominio.

Molti si vendono, si prostituiscono per uno sputo di visibilità mediatica. Sono schiavi obbedienti ma schivi restano e possono trasmettere solo il servaggio, nulla più. Pochi rifiutano ma saranno proprio quei pochi che scriveranno la storia e non certamente “i molti” che hanno contribuito a questo sfacelo.

Io sono convinto che ne usciremo, probabilmente moriranno molte persone e anche questo lo ritengo inevitabile e nell’economia dell’Universo anche questo ha una sua ferrea logica. Non si può pensare di vivere a caso come molti stanno facendo. Alla fine ci sarà un prezzo da pagare per tutti.

L’importante è essere centrati il più possibile e mutare completamente visione del lavoro, della famiglia, della società, del futuro.

A estremi mali, estremi rimedi.

E alla fine, in tutto questo caos, mi viene in mente un libro e poi il relativo film interpretato dall’intelligentissimo Paolo Villaggio: “Speriamo che io me la cavo”.

L’importante è restare vivi e non perdere mai se stessi. Poi si vedrà-

Maurizio Fani

Parentela

Credo vi siano al mondo, gruppi di persone e individui che sono affini indipendentemente dalla razza. Dimorano nello stesso regno della coscienza. È questa la parentela, semplicemente questa.

Kahlil Gibran

Sepultura – Refuse/Resist

Chaos A.D
Carri armati per le strade
Affrontare la polizia
Sanguinamento delle plebe
Folla infuriata
Auto in fiamme
Inizia lo spargimento di sangue
Chi sarà vivo?

Chaos A.D
Esercito in assedio
Allarme totale
Sono stufo di questo
All’interno dello stato
La guerra è stata creata
La terra di nessuno
Cos’è questa merda?

Rifiuta / resisti
rifiuti

Chaos A.D
Disturbo scatenato
Iniziando a bruciare
Iniziare a linciare
Silenzio significa morte
Mettiti in piedi
Paura interiore
Il tuo peggior nemico

Rifiuta / resisti
Rifiuta / resisti

(da google traduttore)

Le “regole” in FVG fino al 18 maggio

Nuova autocertificazione:

https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/nuovo_modello_autodichiarazione_editabile_maggio_2020.pdf

Ordinanza

http://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/hp-new/in-evidenza/allegati/Ordinanza_12_PC_FVG_dd_3_05_2020.pdf

Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha firmato l’ordinanza numero 12 che, a partire dal 4 maggio e fino al 18 maggio, integrerà le disposizioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile.

In base all’ordinanza, sono permessi gli spostamenti all’interno del territorio regionale per tutte le attività consentite.

Entrando nello specifico, l’ordinanza contiene l’obbligo di chiusura nelle giornate festive solo per i supermercati e gli ipermercati; vengono, invece, prorogate le disposizioni relative ai mercati all’aperto e al chiuso – ovvero le analoghe forme di vendita su area pubblica o privata di generi alimentari e prodotti florovivaistici – nei Comuni nei quali sia stato adottato un apposito piano che preveda la perimetrazione delle superfici, la presenza di un unico varco d’accesso separato da quello di uscita, il contingentamento delle presenze, l’uso obbligatorio di dispositivi di protezione individuale e il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro.

In tutti i negozi resta l’obbligo di mettere a disposizione dei clienti all’ingresso e all’uscita soluzioni idroalcoliche per la igienizzazione delle mani; per i negozi di generi alimentari e laddove vi sia manipolazione di ortofrutta, pane o altri alimenti a questo obbligo si aggiunge l’utilizzo dei guanti monouso.

L’ordinanza 12 introduce inoltre la possibilità di accedere ai locali di qualsiasi attività, comprese quelle sospese, per lo svolgimento di lavori di vigilanza, manutenzione, pulizia e sanificazione, nonché per la ricezione in magazzino di beni e forniture.

Il permesso di svolgere attività di manutenzione e riparazione, precedentemente limitato alle imbarcazioni, viene allargato agli immobili diversi dall’abitazione principale, alle biciclette, ai camper, alle roulotte e ai velivoli.

Per quanto concerne l’attività motoria, rimane il vincolo delle distanze di sicurezza e il divieto a utilizzare gli spogliatoi, ma decade l’obbligo di non uscire dal proprio Comune di residenza e di utilizzare le mascherine (o una protezione per naso e bocca) nei luoghi isolati; via libera inoltre agli allenamenti in forma individuale di atleti professionisti e non, anche con l’istruttore, senza distinzione tra discipline individuali e di squadra.

L’accesso a parchi, giardini e cimiteri, consentito ai sensi dell’ordinanza 12, andrà regolamentato, tanto nelle modalità quanto negli orari, dalle singole Amministrazioni comunali. In merito alla riapertura delle biblioteche, è permessa per la sola attività di prestito, assicurando che la consegna e la restituzione dei volumi avvenga con modalità che evitino il rischio di contagio.

Tra le ulteriori misure previste dall’ordinanza 12, l’autorizzazione alla pratica della pesca sportiva dilettantistica e all’allevamento e addestramento di animali. Di particolare rilevanza è infine l’articolo che deroga all’obbligo di utilizzare le mascherine (o adeguate protezioni per naso e bocca) e al rispettare le distanze di sicurezza: non saranno obbligatorie quando si è alla guida di autoveicoli o motoveicoli, salvo quelli aziendali in cui valgono le regole del proprio datore di lavoro; per i bambini di età inferiore ai sei anni; in caso di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina; per chi soggiorna da solo in locali non aperti al pubblico.

https://www.ilfriuli.it/articolo/politica/ecco-le-regole-per-il-fvg-fino-al-18-maggio/3/219280

Le 9 illuminazioni… e poi?

1) Scopriamo di vivere in un mondo misterioso, ricco di improvvise coincidenze e incontri sincronistici che sembrano predestinati.

2) Quando prenderemo coscienza di questo mistero, creeremo una visione del mondo nuova e ridefiniremo l’universo sacro e pieno di energia.

3) Ci renderemo conto che ogni cosa è generata da un’energia divina che tutti cominciano a percepire e a comprendere.

4) In questa prospettiva vedremo che gli esseri umani si sono sempre sentiti disconnessi da questa fonte sacra e hanno soddisfatto il loro bisogno di energia prevaricando gli altri. Questa competizione è la causa di ogni conflitto.

5) La risoluzione è stabilire un contatto con il divino, una trasformazione mistica che ci colma di energia e di amore infiniti, affina la percezione della bellezza e ci eleva a una consapevolezza spirituale superiore.

6) Forti di questa consapevolezza, possiamo superare il dramma del controllo e scoprire la verità: tutti gli uomini devono contribuire a far evolvere l’umanità verso questa nuova dimensione.

7) Se perseguiremo questo scopo, l’intuito ci indicherà la via da percorrere e farà in modo che un flusso di coincidenze ci rivelino qual è la nostra missione.

8) Quando un numero sufficiente di persone sarà nel flusso dell’evoluzione, trasmettendo sempre energia agli altri, creeremo una nuova cultura, in cui i nostri corpi vibreranno a livelli sempre più elevati di energia e perfezione.

9) E’ così che partecipiamo all’evoluzione del big bang al fine ultimo dell’esistenza. Infatti, facendo vibrare i corpi a un livello sempre maggiore di energia, varcheremo le soglie di un paradiso che potremo finalmente vedere.

– “La profezia di Celestino” –

…e poi?…

1984 (di Andrea Bellavite)

http://storieviandanti.blogspot.com/2020/04/1984.html

Il romanzo 1984 di Orwell capitò fra le mie mani prima del 1984, lo comprai dopo aver letto La fattoria degli animali e lasciò in me un’impressione indelebile. In quel momento il controllo ossessivo sulle persone, la manipolazione dell’informazione, gli schieramenti che variavano da un giorno all’altra, tutti da una parte o tutti dall’altra, la storia d’amore clandestina con disastroso finale… tutto ciò solleticava con forza l’immaginazione di un appassionato di fantascienza.
Poi ci fu la pessima idea – a questo punto non tanto “pessima” quanto deliberatamente “venefica” – di chiamare “Grande Fratello” una trasmissione televisiva simbolo dell’era del rincoglionimento sistematico dei telespettatori italiani (e non solo). In questo modo l’inquietante profezia di Orwell si era disinnescata e trasformata in una specie di gioco, a metà tra incentivo a farsi gli affari altrui e invidia nei confronti di pochi nullafacenti matricolati.
Questo spostamento d’attenzione ha portato a dimenticare l’originale, nonostante la diffusione, per la verità tra un pubblico abbastanza selezionato, di alcune stupende trasposizione cinematografiche (la prima, del 1956 è l’indimenticabile Nel 2000 non sorge il sole, poi proprio nel 1984 1984, nel 1985 Brazil e nel 2002 Equilibrium).
Rileggendo 1984 lo scorso anno, è sembrata svanire la proiezione verso il futuro che rendeva così affascinante il romanzo, ma l’assurda società descritta prendeva clamorosamente i contorni del contesto attuale. Decine di satelliti ruotano incessantemente sulla testa di ciascuno di noi, tracciano continuamente i nostri percorsi, ci possono vedere con semplici ingrandimenti, tramite i cellulari (anche quando sono spenti) siamo seguiti in tutti i nostri spostamenti, le ricerche su internet fanno conoscere gusti e orientamenti, le carte elettroniche identificano i conti correnti e gli acquisti, i vari mezzi di comunicazione sono interconnessi. Se racconto al telefono di voler trascorrere qualche giorno in Toscana, la mia posta elettronica si riempie immediatamente di proposte di alloggi, visite e ricerche, ordinariamente corrispondenti ai miei effettivi desideri o stili di vita.
Adesso ci si mette anche Immuni, applicazione chiaramente liberticida che sarà imposto di scegliere “liberamente”, ovviamente per la nostra salute, per la nostra sicurezza, per la nostra felicità (proprio come diceva il Grande Fratello). Che differenza c’è rispetto al già pressoché totale controllo da parte del Potere che già ora sarebbe in grado di realizzare ciò che l’app si prefigge? Una sola, a differenza di tutti gli altri strumenti che ci seguono senza chiederci il permesso, Immuni deve essere richiesta dal soggetto che vuole auto-imporsela. Insomma, non solo controllati, ma anche riconoscere che “il Potere che lo impone è buono”.
Guarda un po’, come non pensare alle ultime parole di 1984? Winston Smith, dopo tutte le vicissitudini che lo hanno portato a ribellarsi, dopo essere stato ricondotto alla totale osservanza e cancellazione delle idee e dei sentimenti, è finalmente felice: Egli era riuscito vincitore su se medesimo. Amava il Grande Fratello.

I consigli di Bill Mollison, co-creatore di Permacultura

I consigli di Bill Mollison, co-creatore di Permacultura

1. Impara a piantare, non solo un orto, ma anche colture di base (mais, yucca, ecc. ) e alberi (da frutto, nativi, legnosi);

2. Crea un legame con qualche terra, sia la tua o quella di un parente, un progetto, un giardino comunitario, ecc. Partecipa con le persone che vivono lì, vai a poco a poco alla ricerca di modi per trascorrere più tempo in campagna che in città, imparando a piantare, costruire, trattare i rifiuti organici e guarire nella natura;

3. Sviluppa abilità pratiche (cucina, falegnameria, riparazione di macchine, lavorazione alimentare, cucito, ecc.) e insegna queste abilità a bambini e amici, vicini;

4. Cerca un gruppo di sostegno reciproco, dove le persone si occupino l’uno dell’altro, facciano prodotti di necessità di base collettivamente, come prodotti igiene naturale, rimedi naturali, lavorazioni alimentari come alimenti conservati e fermentati;

5. Semplifica la tua vita ora, liberando spazio e tempo. Scopri tutto quello che puoi fare senza soldi: camminare, fare esercizi, artigianato, arti del corpo, socializzare, giardinaggio;

6. Separati dalla logica di consumare sempre di più. Scegli prodotti che durano a lungo, di qualità, fatti da piccoli produttori, imprese sociali e imprese economiche solidali. Fai scambi, dai e ricevi regali per valore affettivo, anziché valore finanziario;

7. Scambia, immagazzina, moltiplica e diffondi semi creoli (nativi, non geneticamente modificati, prodotti dall’agricoltura popolare e familiare);

8. Riconosci che la vita sarà molto migliore dopo! Siamo solo in transizione.

in Ricordo di “Remo”

FONTE: https://www.facebook.com/ScuolaAmbulanteAgricoltura/posts/1388645711318902

Considerazioni sulla “sicurezza a tutti i costi” – di Giovanni Marras

Si sta assistendo ad una escalation (ignobile) di sterile applicazione delle norme, dettate in tema di “contenimento” e concernenti l'emergenza sanitaria “Covid-19”, da parte di alcuni (per fortuna pochi ..) zelanti (forse anche latentemente frustrati?? Non si può escludere del tutto ..) agenti delle forze dell'ordine.
Intanto s'impone però una premessa importantissima: le forze di polizia della Repubblica sono costituite in larghissima misura da Signore e Signori di nobile animo, per cui va assolutamente evitata ogni considerazione "al ribasso" che faccia d'ogni erba un fascio, tale da offrire un'immagine degradata delle istituzioni preposte alla tutela della Collettività. Tuttavia v'è quella residua aliquota di soggetti in uniforme i quali ritengono di “adempiere” al loro dovere semplicemente applicando in modo pedissequo (ed alcune volte reinterpretandola ad hoc in chiave malevola) la “tale” norma straordinaria di limitazione delle libertà costituzionali ... e qui casca l'asino! Andrebbe illustrato a questi novelli “Gregg - la legge sono io” (per i non cinefili suggerisco la visione del film, interpretato dal solito Stallone hollywoodiano tutto muscoli e quasi zero cervello) che le disposizioni legislative si applicano “cum grano salis” e che chi è preposto ai controlli (controlli ... non giudizi sommari in stile inquisizione di Torquemada memoria) ha l'obbligo giuridico, oltre che umano e di buon senso, di mediare tra il contenuto della norma e la sua pratica applicazione. L’agente che esercita l'azione di verifica, pertanto, dovrebbe (e come detto, repetita iuvant, la gran parte degli appartenenti alle ff.oo. sono animati da tale sano spirito) contemperare il proprio agire in modo da costituire un serio riferimento – ed un conforto – per il cittadino e non già vestire l'armatura del samurai.
Specie in un momento sociale così delicato, l'afflato tra popolazione e rappresentanti della macchina di protezione e sicurezza dovrebbe essere elevatissimo, perché qualunque deriva autoritaria rischia d'innescare, infine, processi di disgregazione del tessuto sociale i cui effetti sono difficilmente prevedibili. 
Poiché i “mali non vengono mai da soli”, si sta assistendo, parallelamente, ad un ulteriore e preoccupante fenomeno: il “giustizialismo manettaro-repressivo” di certi campioni della “voglia di ordine a tutti i costi”. Questi esimi componenti dell'italica genia, che manifestano simpatia per ogni "azione forte" del "sistema Stato", rappresentano un'autentica iattura, in quanto contribuiscono considerevolmente ad esasperare un clima sociale già teso di per se!
Dall’angolo visuale dell’ex funzionario dello Stato, che ha profuso il proprio impegno per oltre un trentennio proprio negli ambiti dell'ordine e della pubblica sicurezza e della correlata intelligence, nonché della polizia giudiziaria, osservo che l'atteggiamento di "assoluzione d'ufficio" dello zelo di sparuti "rambo" costituisca un monstrum (anche iuris) non meno pericoloso (operate le dovute proporzioni ed applicati i necessari distinguo ..) dell'abito mentale del militare appartenente alle Schutzstaffel (SS) naziste, quando “si assolveva” dalla responsabilità di quanto commetteva in danno della popolazione civile asserendo di «non avere colpe in quanto esecutore di ordini»! Tale elaborazione (ma preferisco parlare di aberrazione) del “sentire la legalità” concretizza lo spettro d’una mentalità da schiavi, e purtroppo proprio questo tipo di (non) pensiero è quello che ha consentito (e che ancora consente) la nascita e l'affermarsi di totalitarismi e di dittatori. 
Piaccia o no, tutti coloro (senz’altro alcuni anche in buona fede ..) che sostengono l'automatismo della norma contribuiscono fattivamente a creare un pericoloso e velenoso humus sociale, che in futuro potrebbe allontanarci dalla civiltà.
Non dobbiamo scordare che quando un popolo abdica alla propria libertà, scegliendo la comoda opzione della sicurezza a tutti i costi, delegando quindi ad un ristretto novero di soggetti lo scorrere della vita, sia personale sia sociale, consente che si spalanchi il varco che conduce all'abisso del totalitarismo.