Intervista a Claudio Marongiu per il nuovo “Welcome To Bisiacaria” – Marongiu & I Sporcaccioni

Son già passati due annetti dall’altra intervista https://www.oltrecoscienza.it/2021/08/03/marongiu-i-sporcaccioni-intervista/ , era fresca infatti l’uscita di “Aspettando Romolo”. Come va Claudio?

Temo che questi due-tre anni vissuti in una cappa piuttosto irreale ci abbiano indebolito il sistema immunitario, dato che sono alla terza febbre. Artisticamente mi sento ancora vivo e vegeto e te lo dico senza eroismi di sorta, anche se qualcuno -forse me medesimo?- sospetta il contrario.

Ho spluciato sul vostro sito internet http://www.isporcaccioni.it/, ben fatto e disegnato attorno al quinto CD “Welcome To Bisiacaria” uscito il 1° di aprile 2023, CD che ho puntualmente preso durante la vostra prima data al “Birrificio Antica Contea” di Gorizia. I miei personali complimenti per il concerto. Ti aspettavi tanto calore, massiccia presenza e partecipazione di pubblico nel birrificio?

Ogni volta che si propone qualcosa ad un pubblico -animato- è un rischio ed un’incognita, specie se si ha l’ardire di apportare un’impronta autoriale. Perché dovrebbero venire a sentirti? E cosa differenzia i tuoi brani autografi da qualsiasi altro tentativo altamente artigianale di fare del rock? Nonostante il “progresso”, nel bene e nel male il mondo è ancora governato da istinti e rituali arcaici, sicché all’evidenza c’è ancora qualcosa che I Sporcaccioni hanno ed altri gruppi locali no. Naturalmente serbavo dei dubbi sulla riuscita della serata, su cui è sì vero che abbiamo impiegato un certo sforzo organizzativo, ma il quale sforzo è poca cosa senza un po’ di fortuna ed energie magiche.

Il disco “Welcome To Bisiacaria” ha come copertina una classica vista di Monfalcone dal Carso, all’interno anche la foto del ponte ferroviario inutilizzato di Sagrado/Gradisca. È casuale la scelta di queste due immagini che sembrano delimitare i confini nord/sud bisiachi?

Per onestà intellettuale devo precisare che il ponte è quello di Pieris-Papariano e non Sagrado-Gradisca. Il concetto però è il medesimo, siamo in una zona di confine, il che se fino a due anni fa ci sembrava un aspetto rassicurante, placidamente europeista e legato alla pace fra i popoli (concetto peraltro tutt’altro che esecrabile, anzi, bellissimo ed auspicabile), quasi di colpo torna a non esserlo più. Speriamo in bene, ma c’è di che preoccuparsi.

Devo ammettere che il prodotto è davvero ben riuscito, dal booklet con tutti i testi rigorosamente in dialetto bisiaco, al suono particolarmente riuscito come non mai! Non è stato un “caso” scegliere lo studio ad Alghero?

C’è chi ha insinuato che io abbia adoperato Joe Perrino e lo studio di Maurizio Pinna in maniera strumentale e grossomodo per un ritorno d’immagine, ma è completamente falso. Per me, per metà Sardo, tornare in Sardegna era un modo sia di tributare le origini, che di lavorare con i due sopra citati che sono persone straordinarie, oltreché bravi professionisti. Aspiravo ad disco che, a fronte di un budget modesto, riuscisse a suonare aggressivo e senza compromessi e credo che siamo riusciti a completare la mission preposta.

Ascoltando diverse volte a bomba in auto il disco, mi son piaciute un po’ tutte le songs, ma particolarmente “Via Romana”, “Mula Bisiaca” ( https://youtu.be/RrBABl0Dd-8 ), “No Capir”, “Femo l’Amor”. Di cosa parlano i 10 pezzi di “Welcome To Bisiacaria? E se vuoi focalizzarti maggiormente su qualcuna in particolare…vai!

‘Welcome to Bisiacaria’ non è un concept album, sicché non c’è un comune denominatore ricercato programmaticamente a reggerlo. Eppure, parla di Monfalcone e della sua gente, dunque della parte ad influenza maggiormente “triestina” della Bisiacaria. C’è il cantiere, il razzismo ingenuo, quello ragionato su calcolo politico, il senso di inferiorità culturale di Monfalcone per Trieste e quello di superiorità parodicamente filo-indipendentista di certi Triestini nei confronti del resto della regione. La più significativa del lotto è a mio avviso “Ciro”, che parla ancora di senso di superiorità: quello, altrettanto ridicolo, del meridionale di seconda o terza generazione che riversa odio sulla comunità del Bangladesh impiegata nei cantieri navali: poveracci che arrivano qui molto spesso in condizioni arretrate, non c’è dubbio, ma che non merita un discredito del genere.

Quali brani di questa nuova fatica, secondo te, dovranno essere sempre (o quasi) inseriti in scaletta?

“No capir” perchè spiega quanto sia facile riversare nell’alcool le proprie “pene” d’amore, “Furgoncino” come testamento sul nordest produttivo ma spiritualmente povero, la suddetta “Ciro” e “via Romana” perchè racconta con una tecnica narrativa interessante il quartiere più amabilmente proletario di Monfalcone.

Sesso, rock and roll, birronze, vinazza, ecc… Ma cos’è per te l’amore? C’è qualche canzone del tuo repertorio che potrebbe darci qualche indizio più intimo o profondo di te su questo sentimento?

L’amore è il bisogno inestinguibile dell’ego di uscire da sè stesso. Tutto bellissimo, ma a lungo andare distruttivo. Forse, giunti alla mezza età, è bene tenersi lontani dal fuoco delle passioni. “No capir” lo spiega in maniera piuttosto diretta.

Non vedo l’ora di rivedervi dal vivo, il bisiacaria tour è già fissato?

Abbiamo diverse date:

SABATO 15 APRILE AL CARSO IN CORSO DI MONFALCONE CON JOE PERRINO E ZUANNA MARIA BOSCANI

DOMENICA 16 SEMPRE CON LORO AL BAR TORRIANI DI UDINE

25 APRILE PIAZZA TURRIACO

30 APRILE OSTERIA AL CAVALLO, BIADENE, MONTEBELLUNA (TV)

1° MAGGIO MOTORADUNO DELLA SOLIDARIETA’ A GRADO

Vi rinnovo i complimenti anche per la capacità di ogni singolo componente e per la buonissima padronanza di tecnica degli strumenti, non ultima la tua voce sempre graffiante, incisiva e simpatica che da sempre ti contraddistingue. Bravi!

Grazie dell’intervista Nicola, complimenti per le tue domande e…Sporcaccioni a vita!

Grazie a te e alla tua band. Colgo l’occasione per ricordare anche la vostra pagina per restare aggiornati su concerti, informazioni, ecc…: https://m.facebook.com/SporcaccioniBisiachi/

Andrea Nicola OltreCoscienza https://www.oltrecoscienza.it/

Corrado Malanga da Red Ronnie (6 parti)

1 E se Dio fosse un computer? Scienza riconosce sua scoperta sulle Piramidi

2 Musica per guarire, frequenze, binaurale, pozzi sacri, campane tibetane, acqua

3 Siamo in una Matrix? In un videogioco? Numerologia, memoria dell’acqua

4 Alieni vogliono la nostra Anima, noi sappiamo di averla? Animali hanno anima?

5 USA e Russia d’accordo? No bomba nucleare. E gli alieni? Schiavi di un codice

6 Corrado, e tu come vivi? Il ricco vive nella povertà spirituale. Memoria

Dream Theater “A View From The Top Of The World”

Ci sono!

“Una vista dalla cima del mondo”, è questa la chiave per vedere e soprattutto ascoltare l’ennesima fatica dei Dream Theater. Sei sulla cima di un monte e ti si staglia di fronte un paesaggio (vedi copertina del disco), hai la possibilità di ammirarlo con gli occhi, magari con un buon binocolo o con un potente telescopio… ma è con quest’ultimo che si possono osservare particolari non visibili.

Musicalmente c’è poco da dire, maestria consolidata, suono praticamente perfetto sotto ogni punto di vista, soltanto un pizzico di innovazione qua e là nelle 7 tracce. Un passetto avanti al predecessore “Distance Over Time”. Se qualcuno attende ancora un “Images And Words” starà fresco, è come un po’ il discorso che c’è tra “7th Son of A 7th Son” e “Senjutsu” degli Iron Maiden. Il libretto contiene apprezzabili disegni in classico stile “Dream Theater” moderni.

Concludendo, consiglio di ascoltare “A View From The Top Of The World” con un Celestron o Meade… chi ha orecchio e vista, intenda! Cosciente ascolto!