Eventi informativi di piazza (post aggiornato il 23 luglio alle 10:10)

Intanto è necessario ascoltare questo video:

Video in tema 😀

Eventi:

28 luglio piazza della Repubblica a Monfalcone (da definirsi, in attesa di dettagli)

Propaganda dei media:

ahah, quindi in autobus il “virus” non entra e nel baretto entra soltanto se si sta seduti ma in piedi no? ahah…

Sarebbe il caso di mettere questi volantini in tutti gli esercizi d’Italia?

Dal web:

“Con il Green Pass possiamo tornare alla normalità!" grida tutto convinto il lobotomizzato con il logo del Tg1 nell'occhio destro e quello di OPEN nell'occhio sinistro. Perché la normalità è iniettarsi un farmaco per salire su un treno o prendere un aereo. Perché la normalità è avere l'autorizzazione di entrare al cinema o mangiare al ristorante. Perché la normalità è il bollettino dei contagiati letto come se fosse quello dei caduti in guerra. Perché la normalità sono i giovani fuori pericolo e in salute che si fiondano a farsi il va**ino.  Perché la normalità sono i diritti costituzionali presi a calci e trasformati in concessioni. Perché la normalità è un virus che sceglie quali assembramenti colpire e quali no. Perché la normalità è il va**inato che ha paura del non va**inato. Perché la normalità è lo stato di emergenza permanente da più di un anno e mezzo. Perché la normalità sono i virologi in tv che si contraddicono ma non vanno contraddetti. Perché la normalità è l'assenza totale di qualsiasi dibattito o confronto sul tema. Perché la normalità è essere tracciati in ogni istante, braccati, marchiati, schedati, controllati, limitati e colpevolizzati. No, questa non è la normalità. E se pensate il contrario, siete davvero malati. (Dal web)
Io dico a tutto questo: BASTA, ma per davvero.
Inizio di un nuovo paradigma di LIBERTA' e SOVRANITA' INTEGRALE.

andrea nicola OltreCoscienza

Parentela

Credo vi siano al mondo, gruppi di persone e individui che sono affini indipendentemente dalla razza. Dimorano nello stesso regno della coscienza. È questa la parentela, semplicemente questa.

Kahlil Gibran