Il suono primordiale

Ho un corpo impresso negli occhi; che mi parla per come si muove. I movimenti, gli occhi e la carne, il calore, l umore, il tatto. Ho un suono, più suoni, sono i gemiti, è piacere, è la musica vera; più che primordiale, è la fonetica semplice dell’io, nessuna sovrastruttura, niente spartito. Non serve conoscere la musica, per esprimere quel canto, cosi sincero e immediato, che riusciamo a produrre dal piacere. E’ la nostra vera radice, siamo noi dentro che scambiamo con il  fuori. In fondo, a pensarci, il pianto  - altro suono primordiale - che altro è se non questo in maniera inversa per quel che sovente esprime? Insieme ai gemiti che dicono piacere assoluto, non pensato, solo vissuto, sono la vera musica della nostra vita da umani. A cui si unisce la musica del mondo, quella vera, non quella costruita da noi; quella di un albero che si muove, dell’aria, dell’ acqua.  E poi c’è la musica che costruiamo noi, la festa, la tristezza, la rabbia , la felicità. E’ il nostro comunicare. Senza tempo. 

fonte: sconosciuta

Dipende

Ogni cosa che affermi, pensi, credi…dipende! O dipende da qualcunaltro o dipende nel senso che non è certo che sia così…

#oltrecoscienza #andreanicola

Rallentare!

Di un mio commento ne faccio un post qui sotto riguardo all’ultimo disco degli Iron Maiden (alla fine c’è una considerazione finale extra-musicale, seppur il collegamento c’è)

Rallentare non significa fermarsi, come hai scritto tu. E’ chiaro ed UMANO rallentare alla soglia dei 70 anni, o no? Ci aspettiamo ancora un Killers o Powerslave? Magari ne faranno uno così da studio (dubito)…anche perchè quello che incidono su disco devono poi riproporlo, seppur in parte, in sede live. Ricordo l’esecuzione di phantom of the opera nel 2013 in Austria, lenta… e così molte altre song le hanno rallentate, ma mi sembra una cosa assolutamente normale, data l’età…sbaglio? Nelle mie personali recensioni, più o meno a caldo, lo colloco subito dopo i primi 7 dischi, la penso ancora così con magari qualche differenza… La domanda che faccio a tutti indistintamente è questa: ma te, come musicista ed uomo, cosa avresti fatto dopo 7th son of a 7th son? Personalmente, e mi rispondo da solo, non so! Quindi la “cosa” va presa come in terza persona e vediamo quello che dopo l’88 hanno fatto. Da No Prayer For The Dying ad oggi va tutto preso con diversi punti di vista e chiavi di lettura…. sapendo, con la nostra consapevolezza, unire l’oggettivo ai gusti personali. Per dirti una, non so se l’ho mai scritta sta cosa, il meno bello disco dei Maiden secondo me è Fear Of The Dark… semplicemente perchè si sono 3 o 4 canzoni che potevano benissimo essere lasciate fuori dall’album…Fear l’ho trovato appunto con dei riempitivi che mi hanno fatto precipitare l’album come mio “peggiore” o “meno riuscito”, questo è il mio pensiero. Paradossalmente tra i più riusciti album è per me The X Factor (comprendenti anche le b sides che sono per me una figata). Si, il fattore X, il decimo album in studio, l’incognifa X di Blaze Bayley alla voce. All’epoca il disco venne molto criticato o comunque chiacchierato. Non entro nel merito di Virtual XI …ma dico solamente che non è, per me, il peggior disco del gruppo. Definisco gli anni 90 come un calo oscuro di tutta la scena metal (faccio eccezione del genere death metal, black, e similari che sono stati una manna sotto questo punto di vista). X Factor è stato la BASE per tutto quello che è venuto dopo in casa Iron…nel bene e nel male eh! Senjutsu non fa eccezione…ci sono moltissimi riferimenti al decimo disco, come arpeggi, intro, atmosfere. Sul fatto della registrazione in sé devo ritenermi più che soddisfatto ma non esaltato a 1000. Come qualcuno afferma anche qui sopra, i sinth (o come si chiamano) sono, almeno alle mie orecchie, molto irritanti… Stratego ne è un chiaro esempio. Velocissimo parere PERSONALE a “freddo” sul diciasettesimo disco in studio: l’opener Senjutsu è secondo me la canzone più DIVERSA che i Maiden abbiamo mai scritto….se l’album ha questi presupposti, quindi, il resto si dovrebbe ascoltare… e non solo una volta, ma più volte. Stratego è un classicone loro (al di là dei fischi digitali irritanti). The Writing On The Wall è un’altra song diversa, un intro molto diverso dai soliti arpeggini maideniani…e poi la song si fa ascoltare con un certo piacere. La quarta e quinta traccia sono per me buone ma non esaltanti. The Time Machine e Darkest Hour invece alzano l’asticella in generale. Le ultime tre invece sono le migliori del disco, facendo alzare il valore generale di Senjutsu. Probabilmente il mio collocamento di Senjutsu all’ottavo posto di gradimento PERSONALE è giustificato dalla presenza di queste ultime 3 tracce appunto, con la chicca vera che è Hell On Earth. Sono andato un po’ lungo, ma come sai Gabriele, quando leggo sugli Iron mi ci butto a capofitto … anche se negli ultimi anni non scrivo tanti commenti sui social per vari motivi che ho esposto negli ultimi anni. Concludo con il dire che per me i Maiden sono tra i più signori in ambito musicale ed umano, longevità, qualità dei dischi (al di là dei gusti), disponibilità, ecc… sono rimasti i ragazzini di Iron Maiden…con qualche decennio e rughe in più ….tra le migliori band che siano calate su questo pianeta…e sono ancora a spaccare i culi negli stadi ed arene …. lascio questo link recente alla prima del Future Past tour 2023 a Lubiana: https://www.oltrecoscienza.it/…/iron-maiden-future…/ buona giornata.

🙂

Considerazione finale dopo il commento “musicale”:

Rallentare oggi significa essere consapevoli di non aver più 20 anni (nel corpo), se poi qualcuno riesce a fare le stesse IDENTICHE cose di decenni fa, tanto di cappello! Ma il succo è che rallentare significa far qualcosa BENE ed in maniera CONSAPEVOLE, e di conseguenza CORRETTA per ognuno. Una volta magari facevamo 100 cose al giorno e 90 erano buttate lì, 9 invece erano soltanto fatte discretamente mentre UNA era fatta davvero a regola d’arte. Adesso è cambiato tutto, è cambiata la frequenza del pianeta, siamo nell’Acquario, tutto è “svolazzante” e quindi il discorso cambia molto. Non possiamo più far programmi a lungo termine, fallo se ti fa sentire bene…ma, secondo me, dovremmo fare programmi soltanto a breve e medio termine al massimo. Se poi questi programmi non vengono realizzati o restano incompiuti che facciamo? Ci deprimiamo o invece, in modo consapevole, ci radichiamo nel “qui ed ora” e capiamo le ragioni, le auto-limitazioni, i motivi sul PERCHE’ un qualcosa non siamo riusciti a portare a termine? Quindi invece di fare tot cose al giorno, facciamone meno e bene, è giusto il discorso? Se poi…ad un certo livello riusciamo a fare 100 cose tutte BENE e VELOCEMENTE tanto meglio…………..

Una agenda personale (digitale o cartacea) aiuta!

Buona vitaaaaa 🙂

andrea nicola oltrecoscienza

Cercami

E ricordati, io ci sarò…

Ci sarò su nell’aria…

Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte,

chiudi gli occhi e cercami…

Ci si parla…

Ma non nel linguaggio delle parole…

Nel silenzio…

(Tiziano Terzani)