Questa Non è Una Esercitazione

Regia: Alessandro Cavazza Nel 1987 Bologna era considerata la Berlino italiana. L’Emilia Romagna era il simbolo del PCI dove tutto andava bene, era il laboratorio dell’espressione e della libertà. Poi arrivano loro, i Disciplinatha che sbattono in faccia ad una platea incredula i loro live fatti di estremismo hardcore industrial, provocazioni visuali, immaginario fascista sinistramente avveniristico e profezie foschissime sul futuro dell’Italia e dell’Europa. Il pubblico si spacca: chi li ha odiati, chi li ha amati e chi ha temuto il cortocircuito culturale inutilmente innescato da loro in quel lontano 1987. Disciplinatha fu solo incidentalmente un progetto musicale, in altre epoche sarebbe stato un nucleo di martiri della libertà o una cellula golpista impazzita. Con interviste a Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Jello Biafra, Mercy degli Ianva e Manuel Agnelli, “Questa non è un’esercitazione” sarebbe la storia di un gruppo musicale, se non raccontasse il cuore di tenebra di un intero paese nel quale è possibile fare tutto ciò che vuoi, tranne ciò che devi. Anno: 2012 Durata: 68 min Genere: documentario musicale Manufatto audiovisivo incluso nel cofanetto “Tesori della Patria” 2012 – Black Fading Records

No Prayer For The Dying (Iron Maiden 1990)

A dodici anni giravo per Firenze con la prima maglietta degli Iron Maiden: No prayer for the dying, poi addirittura la felpa Empire del medesimo album presa alla fiera di Sant’Andrea a Gorizia.

Un album sottovalutato, non magari ai livelli dei due con Blaze, ma lo stesso troppo poco preso in considerazione per diversi motivi, anche pienamente giustificabili.

1990, esce l’ottavo album maideniano dopo l’abbandono di Adrian Smith: No Prayer For The Dying. Subentra un chitarrista molto diverso: Janick Gers. Ricordiamoci che questo disco viene dopo le 7 meraviglie, si presenta con una copertina grezza come il sound del disco che è un mix di hard rock e classic metal, ma sempre col marchio Maiden.

voti, canzone per canzone:

Tailgunner 7 – Holy smoke 6.5 – No prayer for the dying 8.5 – Public enema numer one 8 – Fates warning 8 – The assassin 7.5 – Run silent run deep 8 – Hooks in you 7.5 – Bring your daughter…to the slaughter 7 – Mother Russia 8.5

Anche la voce di Bruce Dickinson è grezza, come lo è il palco degli Iron durante il tour di supporto all’album. A mio modo di vedere è il segno chiaro di un nuovo inizio, che ci piaccia o no. E’ una sorta di ritorno al primo ononimo del 1980. Seguendo questa visione potrei dire che Fear Of The Dark del ’92 è il Killers dell’81. Qui un link a supporto su Fear Of The Dark e Virtual XI: https://www.oltrecoscienza.it/2023/07/17/iron-maiden-fear-of-the-dark-vs-virtual-xi/

Gli anni ’90 sono stati spesso considerati gli anni bui dell’heavy metal, vedi i due album con Bayley, vedi i Metallica, vedi gli Helloween col cambio di Kiske con Deris, eccetera.

Se dovessi considerare un anno d’oro del metal direi il 1988, senza alcun dubbio.

Quindi invito ancora una volta i fans, gli appassionati di musica, di prendervi un’oretta e di ascoltarvi PER INTERO un CD, vinile, musicassetta su un impianto stereo decente…non giudicate mai un disco senza aver fatto questo…ne sentirete delle belle!!!

Buona vita 🙂